Idee per un viaggio in Yucatan

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Tulùm e le sue rovine Maya

Volete esplorare una zona del Messico piena di storia, mare, templi Maya nascosti nella giungla e osservare il mondo rurale spontaneo del Mesoamerica? Allora dovreste andare in Yucatán!

Dove dormire

La penisola dello Yucatán è divisa in due stati della federazione messicana: lo stesso Yucatán (che si affaccia sul Golfo del Messico) e Quintana Roo (sul Mar dei Caraibi). Le città dove si soggiorna sono in genere Mérida e le tre città della “Riviera Maya” ovvero Cancùn (che ha un aeroporto che serve bene la zona), Playa del Carmen o Tulúm.

Mérida è una città coloniale colorata e allegra, molto tranquilla anche di sera ma abbastanza fuori dal turismo di massa tipico della zona caraibica, anche perché non è sul mare. Un giorno è sufficiente per vederla ma vicino ad essa ci sono molti interessanti siti archeologici Maya, come Uxmal.

Cancùn è una specie di Rimini in perenne estate: rumorosa, piena di locali e spiagge. Zero storia in città la cui fondazione è recente, fastidiosi buttadentro e venditori che tenteranno di propinarvi anche la loro suocera, luci e taxi a ogni angolo la rendono adatta solo a chi ami la movida o voglia farsi un po’ di mare in hotel extralusso.

Playa del Carmen è un buon compromesso: spiagge, locali, città meno affollata ma ugualmente viva e buona base di partenza per le escursioni nell’interno. Anch’essa è stata fondata nella seconda metà del ‘900, quindi non aspettatevi cattedrali barocche o castelli ma resort sulla spiaggia…

Tulúm: la città è piccolissima (praticamente è grande come Recco, ma senza la focaccia) però vicino c’è un sito archeologico Maya splendido che si affaccia sul mare, da vedere assolutamente. Nella strada tra essa e Playa del Carmen ci sono molti resort che propongono interessanti pacchetti all inclusive.

I resti della civiltà Maya

Ha davvero poco senso andare in Yucatán senza vedere almeno un paio di siti archeologici Maya: sarebbe come andare a Pisa senza vedere la torre.

I Maya hanno sempre esercitato fascino, soprattutto per il loro calendario (che i venditori di souvenir proveranno a vendervi ogni volta che distoglierete lo sguardo). Questa civiltà precolombiana ha subito un improvviso e inspiegato collasso, avvenuto circa nel periodo del nostro Medioevo. All’arrivo dei conquistadores spagnoli, le città erano state per lo più abbandonate e inghiottite dalla immensa giungla che le circonda per essere riscoperte solo nei due secoli precedenti al nostro.

Per visitare i siti archeologici per noi si è rivelato fondamentale assoldare una guida (parlante italiano e magari da casa tramite agenzia) tramite tour organizzato. I luoghi Maya che abbiamo visitato sono stati:

– Chichen itzá

Una delle sette meraviglie del mondo moderno è la sua piramide, molto appariscente tanto da sembrare finta (e il restauro moderno è evidente su due lati). Il sito però è sovraffollato e rovinato dalla massiccia e invasiva presenza di bancarelle a ogni angolo, tanto da costringervi a fare un costante slalom tra le comitive di turisti e a una overdose di “no gracias” all’ennesimo che vi vorrà vendere la calamita per vostra suocera. So che molti mi daranno del matto ma se avete poco tempo per girare, lasciatela perdere e andate a Uxmal e Tulúm: meno gente e molto più fascino.

– Uxmal

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La piramide dell’indovino a Uxmal

“Tre volte ricostruita”, assieme a Tulúm, Uxmal è il sito archeologico decisamente più bello, praticamente una Pompei yucateca. La “piramide dell’indovino” è meravigliosa e svetta sulle piazze ormai vuote ma ancora ben conservate, testimone del collasso della civiltà precolombiana. Silenzio, pace e una marea di verde della giungla dove è immersa, vi lasceranno a bocca aperta.

– Ek Balam

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La “acropoli” di Ek Balam

La “città del giaguaro nero” si presenta in uno stato di conservazione simile a Uxmal ma presenta alcuni bassorilievi perfettamente conservati che finalmente vi daranno l’idea di quanto fossero elaborate le decorazioni Maya, nel periodo del loro splendore. La parte significativa del sito è una piccola acropoli dove si trovano, appunto, tali decorazioni.

Cobá

Meno interessante in quanto il sito è disperso su un’area vastissima, tanto che dentro ci si muove in bici o risciò, in mezzo alla giungla che ospita anche le scimmie urlatrici! È possibile rischiare di rompersi il collo salendo sulla piramide aggrappati a una corda. La scalata è molto alta e ripida (io ho contato 118 scalini), e i turisti che tentano l’ascesa in infradito e rimangono bloccati a metà (rallentando anche voi) o vi rotolano addosso perché scivolano, vi faranno rivedere le vostre idee sui diritti umani. Oppure i criteri di sicurezza messicani…

Tulúm (zona archeologica)

Un must. L’immagine di copertina si riferisce proprio a queste rovine di un porto Maya ben conservato che si affaccia su una scogliera a picco sullo splendido turchese del Mar dei Caraibi. Vi sentirete immersi da subito in un’atmosfera da Pirati dei Caraibi o un misto di Indiana Jones, Uncharted, Tomb Raider, Goonies… Insomma avete capito! Sito abbastanza grande ma con passaggi piccoli tra cespugli e agavi dove si crea un po’ di affollamento. E tante iguane a prendere il sole su ciò che resta dei Maya…

I Cenote

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Un cenote

Altra esperienza da fare è quella di vedere almeno un “cenote“, un lago naturale scavato in grotte molto profonde! In molti di essi è possibile anche fare il bagno. In genere, nelle vicinanze c’è sempre una ex-hacienda (il ranch messicano) dove mangiare o pernottare. Essendocene moltissimi, una “googlata” su quello che potrebbe piacervi di più è d’uopo.

Cibo, trasporti e sicurezza

In generale la cucina yucateca riprende quella tradizionale messicana: tortillas, tortillas e ancora tortillas! Mais, tacos, riso, fagioli, chipotle, queso (formaggio) e carne la fanno da padrone insieme al guacamole.
Dal momento che può capitare di essere esposti a batteri e virus locali (che agli abitanti non causano nulla), conviene munirsi di farmaci da usare in caso di diarrea da gastroenterite o banalmente da reazione alla “piccantezza” di alcuni cibi (buona fortuna se vi capita di dare un morso per sbaglio a un peperoncino). Valgono i consigli di ogni viaggio di consumare solo acqua in bottiglia – mai del rubinetto – e di evitare di far mettere il ghiaccio nelle bevande (perché potrebbero averlo fatto con l’acqua del rubinetto, appunto).

La zona “civilizzata” è molto turistica e quindi è abbastanza sicura: di certo lo è di giorno, mentre la notte molte strade non sono illuminate, quindi è bene non addentrarsi in zone buie e restare sempre nei centri abitati più grandi. Dal momento che la quasi totalità della penisola è occupata da giungla, sarà difficile che abbandoniate le autostrade principali. Comunque è sempre bene consultare il sito http://www.viaggiaresicuri.it/paesi/dettaglio/messico.html prima di partire.

Per spostarsi i taxi sono generalmente molto economici se rapportati coi nostri (si decide la tariffa al momento di salire), ma esiste anche la possibilità di usare i Colectivos, furgoncini misto tra taxi e bus che percorrono le vie principali a costi popolari (tanto che gli abitanti autoctoni li usano molto).

Con questo è tutto! Grazie per la lettura e… buon viaggio!

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Pubblicato da Lorenzo Fabre

Lorenzo Fabre è un blogger e scrittore genovese. Il suo racconto d'esordio "La pillola" è pubblicato nell'antologia Continuum Hopper (Della Vigna), vincitrice del Premio Italia 2017. Fabre è anche tra i vincitori del Premio Racconti Liguri 2017 e si è classificato secondo al Premio G. Viviani 2017 per racconti fantasy. Recentemente ha pubblicato racconti di fantascienza nelle antologie Sarà sempre guerra e Futura Lex. Tra le sue passioni, oltre la scrittura, c'è anche la recitazione teatrale, la storia e la scherma storica medievale, i videogiochi “con bella trama”, le serie televisive avvincenti quali Game of Thrones, Black Sails, Breaking Bad e The Walking Dead, e le scienze, con particolare attenzione a quelle mediche e biologiche. Per ogni altra informazione il suo sito è http://lorenzofabre.com.

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