I commenti agli articoli online: la fine dell’intelligenza.

Quando vedo un articolo interessante, ammetto di non leggere quasi mai i commenti delle persone, sotto.
Oggi l’ho fatto e… mi chiedo veramente dove siano finite l’educazione, l’intelligenza, lo spirito critico, l’ironia e la satira.

Provate a leggerne uno qualunque che parli di un problema: non il gattino salvato dall’albero ma qualsiasi cosa dove esista un conflitto: cronaca, politica… Fate voi. Aspettate un paio d’ore dalla pubblicazione che si accumulino un po’ di commenti: resterete sbalorditi da quante PU**ANATE leggerete.

All’inizio si ride: neanche un congiuntivo in ordine, errori dovuti al T9, assenza completa della punteggiatura, zero comprensione dell’argomento… poi si capisce che molte persone non sono semplici “troll“: pensano sul serio quello che dicono (o ancora peggio si omologano al modo di pensare) e ribattono con un’ignoranza assurda.
Qualcuno lo chiama “analfabetismo funzionale” o “illitteratismo“: l’incapacità di comprendere e adoperare quello che viene letto in assenza di disturbi del linguaggio e della scrittura/lettura. In pratica uno stop dei neuroni.

Credo che la gran parte di chi si scomoda a commentare un post giornalistico online, faccia parte di quella fetta di persone che lo faceva anni fa al Bar Sport davanti a un bianco, con la stessa preparazione sul tema in oggetto che posso avere io di fisica quantistica.
Gente che non sa star zitta, che sa tutto lei, depositari della conoscenza popolare basata sul tarocco, sui proverbi, la cabala, gli stereotipi: “gli stranieri vengono tutti qui a delinquere e fregarci il lavoro” – “i politici sono tutti incapaci” ecc.

memphis zombie massacre — May 25 Ecco un tipico gruppo di internauti, che commenta le notizie con la loro solita intelligenza, prudenza e perizia, nonché calma, dignità e classe.
Photo by Lindsay Turning (https://www.flickr.com/photos/theogeo/514384986)

Alcuni, si intuisce, sono individui poco scolarizzati che sanno a memoria la formazione dell’Inter/Milan/Juve/xxx e sono interessati giusto a quando esce il prossimo cellulare nextgen. Hanno capito che la cultura è un peso troppo pesante da portare (sono serio: lo è), preferendo lasciare alle loro braccia coperte di tribali le loro abilità di ragionamento: “tutto quello che non posso toccare – o sollevare dopo le mie 2 ore di panca piana – non mi interessa“).
Altri, ben più grave, sono professionisti laureati con posizioni anche di responsabilità; e questi sono quelli da non perdonare.

Il problema è che, oggi, tutto questo non resta confinato al Bar Sport: qui va online esponendo te, menomato nella conoscenza, al pubblico ludibrio (oggi per fortuna con nome e cognome ben visibili, in modo che gli headhunter di qualche azienda possano valutarti come gonzo e stracciare il tuo curriculum).
E fin qui OK, ma poi questo evolve coinvolgendo strati e strati di gente per la quale, a leggere le risposte, si potrebbe rimettere in discussione il suffragio universale. Persone che si fomentano nel loro delirio, compiaciuti di avere detto la loro importantissima opinione.

Chiariamoci: nemmeno la mia lo è. Vale, purtroppo, quanto la loro (finché non si entra nei campi dove io ho le mie conoscenze specifiche oppure ho approfondito i temi in oggetto).

Ma la cosa peggiore, anche dei commentatori, sono i DIFFUSORI DI BUFALE. Gente per cui il tasto “condividi” andrebbe regolamentato con esami degni del porto d’armi, spargitori di bugie che Goebbels premierebbe con una medaglia.

Finché condividi che Marte sarà visibile con dimensioni pari alla luna, non fai del male a nessuno: sei solo qualcuno che non ha la minima idea di come funzioni il sistema solare dove viviamo. Vivrai lo stesso benissimo e potrai fare grandi cose, tranne l’astronauta. A volte, e per questo ti si perdona, lo hai letto proprio su una testata giornalistica nazionale, il cui controllo delle fonti ormai è inesistente quanto i diritti umani in certe zone dell’Africa.

Ma quando inizi a parlare di bicarbonato e tumori, fossi in te conterei fino a 238241231, prima di condividere un post. Anzi: prima andrei su uno dei tanti siti antibufala a verificare quello che stai per diffondere, perché contribuirai a fare dei danni, se diffonderai notizie non vere o non verificate. Sono serio.

Vorrei prenderla sul ridere, ma la verità è che non mi piace questa esibizione di idiozia che è di più sotto i nostri occhi grazie a papà internet, ma in fondo c’è sempre stata. Solo che prima non era così facilmente contagiosa, anzi… virale.

EDIT: date un’occhiata a questo bell’articolo per capire il perché bisogna combattere queste persone.

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Pubblicato da Lorenzo Fabre

Lorenzo Fabre è un blogger e scrittore genovese. Il suo racconto d'esordio "La pillola" è pubblicato nell'antologia Continuum Hopper (Della Vigna), vincitrice del Premio Italia 2017. Fabre è anche tra i vincitori del Premio Racconti Liguri 2017 e si è classificato secondo al Premio G. Viviani 2017 per racconti fantasy. Recentemente ha pubblicato racconti di fantascienza nelle antologie Sarà sempre guerra e Futura Lex. Tra le sue passioni, oltre la scrittura, c'è anche la recitazione teatrale, la storia e la scherma storica medievale, i videogiochi “con bella trama”, le serie televisive avvincenti quali Game of Thrones, Black Sails, Breaking Bad e The Walking Dead, e le scienze, con particolare attenzione a quelle mediche e biologiche. Per ogni altra informazione il suo sito è http://lorenzofabre.com.

2 pensieri riguardo “I commenti agli articoli online: la fine dell’intelligenza.

  1. Una cosa che dico sempre, ma che purtroppo viene presa con ilarità, è che prima di avere l’accesso all’internet bisognerebbe tutti fare degli esami, dei testa. Intelligenza, attitudine, comprensione del testo, conoscenza della lingua.
    In quel modo l’internet sarebbe un posto migliore. 😀

    Piace a 1 persona

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