Non scagliatevi contro gli sciacalli mediatici: anzi.

Ragazzi: non scagliatevi contro gli sciacalli mediatici. Anzi benedite che essi ci siano e scrivano.

Il giornalista che chiede “dove andrà adesso?” alla donna in lacrime. La cagnetta che si fa il selfie con l’hashtag “terremoto”. Il Renzimmerdista che dà la colpa al governo ladro.
Lasciate che parlino. Lasciate che sfoghino i loro intestini cerebrali allenati al bar sport virtuale. Lasciate che lodino il Dio dei vegani che punisce il guanciale croccante o quello cristianissimo anti-finocchi.

Davvero. Fateli parlare. Per tre ragioni:

  1. È meglio sapere chi siano, con nomi e cognomi, e che si espongano al ludibrio da soli, come fanno grazie alle pagine che li prendono in giro. E ci intrattengano come allo zoo, i nostri supereroi della tastiera. Forse non eroi della grammatica, a colpi di “aiutiamo le perzone teremotati che anno loro bisognio no gli migrati che stanno in otel cinquestelle e internet!!1!!1″
    Che si espongano, insomma.
  2. Non ci convincono neanche un secondo delle loro tesi complottiste bufalose, ma ci insegnano quello che non immaginano neppure: che “homo homini lupus”, molto meglio di quando lo studiavamo a scuola.
    La verità è che al grosso dell’umanità non frega niente degli altri esseri al di fuori della loro cerchia sommaria di conoscenza. Facciamocene una ragione. Quasi tutti passiamo con indifferenza su tragedie molto peggiori di questa, lunghe decenni, solo perché ci separano più chilometri.
    Quindi non aspettatevi che alla cagnetta e al Renzimmerdista importino i morti sotto le pietre: per loro è un dì di festa, in cui avere un pretesto per passare il tempo e dare la colpa a qualcuno, purché si dia, oppure ottenere like.

  3. Impariamo a conoscere queste persone che generosamente danno il loro inutile contribuito mettendoci la faccia: perché quello che dà fiato alla bocca mentre è in casa al sicuro, è molto meno pericoloso di quelli che si bagnano le labbra di profumo di solidarietà e poi intascano, omettono, usano per ottenere voti o consenso.
    Costoro sono anche peggio di quelli che rubano fisicamente nelle case sventrate, che sono soltanto ladri accattoni: cosa vi aspettate da loro? Che “almeno non rubino ai terremotati”? Benevolenza ed etica professionale? Lupin III esiste solo nei fumetti.
    E il ladro in giacca e cravatta non è migliore del tipo con il passamontagna.

Di chi è evidentemente ottuso non mi curo: fa poco danno e si sa chi sia. Di questi sciacalli silenziosi, invece, non sapremo i nomi fino a che non li becchiamo, come i famosi fregamani entusiasti per le prospettive economiche della ricostruzione, intercettati dopo L’Aquila.

Mi fa più paura lo sciacallo che non si palesa, del coglione da tastiera. Viva il coglione.

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Pubblicato da Lorenzo Fabre

Lorenzo Fabre è un blogger e scrittore genovese. Il suo racconto d'esordio "La pillola" è pubblicato nell'antologia Continuum Hopper (Della Vigna), vincitrice del Premio Italia 2017. Fabre è anche tra i vincitori del Premio Racconti Liguri 2017 e si è classificato secondo al Premio G. Viviani 2017 per racconti fantasy. Recentemente ha pubblicato racconti di fantascienza nelle antologie Sarà sempre guerra e Futura Lex. Tra le sue passioni, oltre la scrittura, c'è anche la recitazione teatrale, la storia e la scherma storica medievale, i videogiochi “con bella trama”, le serie televisive avvincenti quali Game of Thrones, Black Sails, Breaking Bad e The Walking Dead, e le scienze, con particolare attenzione a quelle mediche e biologiche. Per ogni altra informazione il suo sito è http://lorenzofabre.com.

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