Guida per un viaggio in Andalusia

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Ho avuto la fortuna di fare un giro di 11 giorni in Andalusia, ad Agosto del 2015. Ecco una piccola guida per chi volesse fare questo tour, tra le città di Granada, Cordova, Siviglia, Ronda e Malaga.

Trattandosi di una guida un po’ vasta, ho diviso il post in diverse pagine, accessibili dal menu a fondo pagina:

  • nella seconda pagina la scelta del periodo e considerazioni generali,
  • nella terza, consigli se dovete noleggiare un’auto;
  • se non viaggiate a noleggio o sapete già tutto, potete saltare direttamente a pagina 4 con “Granada”,
  • alla 5 con Cordova,
  • alla 6 con Siviglia,
  • alla 7 con Ronda,
  • e alla 8 con Malaga!

Buona lettura! 🙂

Si torna! Dall’Andalusia con… calore!

Chissà quanti di questi articoli popolano i blog i primi di settembre! 🙂
Ebbene sì… le ferie sono finite, anche se per i più fortunati stanno per partire!

Ne vengo da un viaggio per l’Andalusia, dove ho potuto vedere le bellissime Granada, Cordoba, Siviglia, Ronda e Malaga! Presto scriverò una piccola guida per godere al meglio di queste bellezze (e meno del loro caldo infernale!) 🙂

Nel frattempo, impegni di lavoro permettendo, andrò avanti con Caleb Sigà, il racconto a puntate che stavo scrivendo, basato sulla vicenda di Scipione Cicala 🙂
La vacanza “moresca” mi ha ispirato per andare avanti nel racconto, vista la vicenda di Caleb, che da avventista della Repubblica di Lenvar, si trova a incontrare i temuti Giannizzeri di Khalim.

Intanto vi lascio con queste foto dell’Andalusia, in attesa di caricare sulla mia pagina Facebook un album con le più belle! Mettete un bel “mi piace” sulla pagina per non perderlo! 🙂

E voi? Dove siete stati? 🙂

Malaga - il teatro Romano e l'Alcazaba
Malaga – il teatro Romano e l’Alcazaba
Ronda - il Ponte Nuovo
Ronda – il Ponte Nuovo
Siviglia - la torre della Giralda
Siviglia – la torre della Giralda
Cordoba - la Mezquita
Cordoba – la Mezquita
Granada - la Alhambra
Granada – la Alhambra

I commenti agli articoli online: la fine dell’intelligenza.

Quando vedo un articolo interessante, ammetto di non leggere quasi mai i commenti delle persone, sotto.
Oggi l’ho fatto e… mi chiedo veramente dove siano finite l’educazione, l’intelligenza, lo spirito critico, l’ironia e la satira.

Provate a leggerne uno qualunque che parli di un problema: non il gattino salvato dall’albero ma qualsiasi cosa dove esista un conflitto: cronaca, politica… Fate voi. Aspettate un paio d’ore dalla pubblicazione che si accumulino un po’ di commenti: resterete sbalorditi da quante PU**ANATE leggerete.

All’inizio si ride: neanche un congiuntivo in ordine, errori dovuti al T9, assenza completa della punteggiatura, zero comprensione dell’argomento… poi si capisce che molte persone non sono semplici “troll“: pensano sul serio quello che dicono (o ancora peggio si omologano al modo di pensare) e ribattono con un’ignoranza assurda.
Qualcuno lo chiama “analfabetismo funzionale” o “illitteratismo“: l’incapacità di comprendere e adoperare quello che viene letto in assenza di disturbi del linguaggio e della scrittura/lettura. In pratica uno stop dei neuroni.

Credo che la gran parte di chi si scomoda a commentare un post giornalistico online, faccia parte di quella fetta di persone che lo faceva anni fa al Bar Sport davanti a un bianco, con la stessa preparazione sul tema in oggetto che posso avere io di fisica quantistica.
Gente che non sa star zitta, che sa tutto lei, depositari della conoscenza popolare basata sul tarocco, sui proverbi, la cabala, gli stereotipi: “gli stranieri vengono tutti qui a delinquere e fregarci il lavoro” – “i politici sono tutti incapaci” ecc.

memphis zombie massacre — May 25 Ecco un tipico gruppo di internauti, che commenta le notizie con la loro solita intelligenza, prudenza e perizia, nonché calma, dignità e classe.
Photo by Lindsay Turning (https://www.flickr.com/photos/theogeo/514384986)

Alcuni, si intuisce, sono individui poco scolarizzati che sanno a memoria la formazione dell’Inter/Milan/Juve/xxx e sono interessati giusto a quando esce il prossimo cellulare nextgen. Hanno capito che la cultura è un peso troppo pesante da portare (sono serio: lo è), preferendo lasciare alle loro braccia coperte di tribali le loro abilità di ragionamento: “tutto quello che non posso toccare – o sollevare dopo le mie 2 ore di panca piana – non mi interessa“).
Altri, ben più grave, sono professionisti laureati con posizioni anche di responsabilità; e questi sono quelli da non perdonare.

Il problema è che, oggi, tutto questo non resta confinato al Bar Sport: qui va online esponendo te, menomato nella conoscenza, al pubblico ludibrio (oggi per fortuna con nome e cognome ben visibili, in modo che gli headhunter di qualche azienda possano valutarti come gonzo e stracciare il tuo curriculum).
E fin qui OK, ma poi questo evolve coinvolgendo strati e strati di gente per la quale, a leggere le risposte, si potrebbe rimettere in discussione il suffragio universale. Persone che si fomentano nel loro delirio, compiaciuti di avere detto la loro importantissima opinione.

Chiariamoci: nemmeno la mia lo è. Vale, purtroppo, quanto la loro (finché non si entra nei campi dove io ho le mie conoscenze specifiche oppure ho approfondito i temi in oggetto).

Ma la cosa peggiore, anche dei commentatori, sono i DIFFUSORI DI BUFALE. Gente per cui il tasto “condividi” andrebbe regolamentato con esami degni del porto d’armi, spargitori di bugie che Goebbels premierebbe con una medaglia.

Finché condividi che Marte sarà visibile con dimensioni pari alla luna, non fai del male a nessuno: sei solo qualcuno che non ha la minima idea di come funzioni il sistema solare dove viviamo. Vivrai lo stesso benissimo e potrai fare grandi cose, tranne l’astronauta. A volte, e per questo ti si perdona, lo hai letto proprio su una testata giornalistica nazionale, il cui controllo delle fonti ormai è inesistente quanto i diritti umani in certe zone dell’Africa.

Ma quando inizi a parlare di bicarbonato e tumori, fossi in te conterei fino a 238241231, prima di condividere un post. Anzi: prima andrei su uno dei tanti siti antibufala a verificare quello che stai per diffondere, perché contribuirai a fare dei danni, se diffonderai notizie non vere o non verificate. Sono serio.

Vorrei prenderla sul ridere, ma la verità è che non mi piace questa esibizione di idiozia che è di più sotto i nostri occhi grazie a papà internet, ma in fondo c’è sempre stata. Solo che prima non era così facilmente contagiosa, anzi… virale.

EDIT: date un’occhiata a questo bell’articolo per capire il perché bisogna combattere queste persone.

Borghi medievali: Bussana Vecchia e Dolceacqua (IM)

Sono un appassionato di medioevo (se non si fosse capito dai romanzi e dai racconti 😛 ), e questa settimana sono andato a visitare due dei più bei borghi medievali che ci sono nella mia Liguria: “Bussana Vecchia” e “Dolceacqua“, situati nella provincia di Imperia, poco lontano da Sanremo e Ventimiglia, rispettivamente.

Bussana fu abbandonata dopo un terremoto che la colpì a fine ‘800: è rimasta pressoché come allora, e solo recentemente è rifiorita grazie alla nascita di alcune botteghe artistiche, similmente a come avvenne per Saint Paul de Vence, vicino a Nizza.

Dolceacqua ebbe più fortuna: visitato anche da Claude Monet, il borgo ebbe nella famiglia Doria la sua fortuna, dopo l’acquisto da parte di Oberto, vincitore della Meloria.

Trovate l’album fotografico qui, o cliccando sulle immagini alla fine del post!

Vi è venuta voglia di andarci? 🙂 Perché meritano davvero. Vi consiglio di vederli in successione partendo da Bussana Vecchia, perché Dolceacqua ha un impatto scenico molto maggiore, dovuto al miglior stato di conservazione, mentre il primo borgo ha il fascino decadente dell’abbandonato che sta cercando di riemergere.

Buona visione!

Dolceacqua (IM)
Dolceacqua (IM)
Bussana Vecchia (IM)
Bussana Vecchia (IM)

Wayward Pines: un po’ di “The Village” un pizzico di “Twin Peaks”…

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“Wayward Pines trailer” di Supernino – Screenshot autoprodotto. Con licenza Copyrighted tramite Wikipedia.

… e mettici pure Lost e ci sei!
Altro anticiclone, altra serie da guardicchiare! 🙂

Senza spoilerare la trama, Ethan Burk (Matt Dillon) è un agente dei servizi segreti che a seguito di un incidente stradale, si trova catapultato in un villaggio dell’Idaho, Wayward Pines appunto, dove la popolazione sembra un po’ fuori di testa. Presto scoprirà che WP non è una cittadina normale…

Dopo aver visto tre puntate, questa “nuova” serie giallo/thriller fantascientifica, non decolla ancora. Non importa che Matt Dillon qui sia bravo e azzeccato: la storia è già vista e rivista ed è lo stesso Night Shama… Shyma… Shaima… insomma, il regista del “Sesto Senso” che si copia da solo riproponendoci “The Village” in salsa moderna (ve lo ricordate quel villaggio da cui non si riusciva ad uscire?) con una bella grattugiata di misteri alla “Lost“.

I personaggi della cittadina sono assolutamente troppo grotteschi e la vicenda, per quanto sia fantascienza, appare molto poco credibile. The Walking Dead e altre serie come “Les Revenants” che ho citato qualche articolo fa,  ci hanno abituato bene, dandoci un setting in cui anche il soprannaturale risulta comunque plausibile. Non sembra il caso di WP dove tutto non è preso né con la dovuta serietà né con la comicità con cui stiamo aspettando la serie su “La Casa” e “L’Armata delle Tenebre”.

La cosa positiva è che è prevista una sola stagione di 10 puntate, rendendo questa una “mini-serie”, quindi se proprio vogliamo vedere come andrà a finire, non sarà una cosa lunga 114 episodi. In quel caso, potete anche darci una occhiata.

 

Ecco il capitolo 5 di Caleb Sigà!

Avete passato il punto di fusione? Allora rinfrescatevi col nuovo capitolo del racconto “Caleb Sigà“. Come sempre disponibile anche su Wattpad.

Stavolta le cose si mettono male per il povero Caleb… scoprite cosa gli sta succedendo e buona lettura! 🙂

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“Byzantinischer Kampfschwimmer” L’utente che ha caricato in origine il file è stato Seebeer di Wikipedia in tedesco – Trasferito da de.wikipedia su Commons da Ireas utilizzando CommonsHelper. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons

Il Racconto dei Racconti: è l’inizio del genere “spaghetti-fantasy” o un caso isolato?

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“Il racconto dei racconti poster” by Source. Licensed under Fair use via Wikipedia.

Prendi un regista come Matteo Garrone (Gomorra) e mettilo a fare un film fantasy basato su una serie di fiabe del 1600: l’antologia partenopea “Il racconto dei racconti”, appunto, tratto da “Lo cunto de li cunti” di GB Basile. Garrone tenta l’intentabile: quello di fare un film fantasy d’autore.

Così si arma di ingegno e scova location tutte italiane una più fiabesca dell’altra. E dentro ci mette tutto il cinema italiano: ecco che i dialoghi sono ridotti al minimo come nei western di Sergio Leone, i costumi e gli ambienti sembrano usciti da “il mestiere delle armi” di Ermanno Olmi, la fotografia è degna de “La grande bellezza”. Ma si strizza l’occhio anche a “La Storia Fantastica” e alla televisione: alle fiabe vintage come Fantaghirò o al più moderno Trono di Spade, come ammesso dal regista.

Alla fine di due ore in cui si resta comunque incuriositi, arriva lo scivolone: il finale a metà. Si esce dal cinema con gli archi narrativi non adeguatamente chiusi, alcuni non chiusi affatto, pieni di domande dovute anche a una sequenza non chiara (pipistrello, per chi lo ha visto). E il bello è che è tutto “voluto”.

Ultimamente il cinema italiano cerca di risollevarsi dal cinepanettone, rivisto in salsa Zaloniana, cercando di ricrearsi come intrattenimento per palati fini, perché abbiamo visto che la cosa piace molto all’estero, vedi Sorrentino e anche Tornatore.
Ma palato fino, il grosso del pubblico cinematografico non è. Un fantasy, per definizione, è un film per le masse (in contrapposizione con la letteratura del genere che è invece decisamente di nicchia) alle quali dare in pasto storie un po’ stereotipate, battaglie, intrighi. Qui i personaggi sono piatti e curiosamente il più ben delineato psicologicamente è un orco che si esprime a grugniti e gesti come il Mad Max della recensione precedente: certo che nelle fiabe è così, ma il cinema ha bisogno di altri stimoli. In pratica esci dal cinema non capendo se hai visto un film di Brancaleone, “Lo Hobbit” come forse sarebbe dovuto essere (con più attenzione al fiabesco e meno agli effetti speciali) o un esercizio di pura estetica cinematografica. Senza che nessuno di questi aspetti sia preponderante sugli altri. Neanche l’inutile cameo di Massimo Ceccherini riesce a incastrarlo in un genere e anzi, speri che voli qualche bestemmione in toscano per ravvivare un po’ la vicenda.

Garrone commette l’errore di rifare un film dalla fotografia impressionante ma dai personaggi mediocri in salsa fiabesca, col risultato che, davvero, sembra un Fantaghirò girato con un budget maggiore.  Si tratta dell’inizio di un nuovo filone, lo “spaghetti-fantasy?” dove viene ribaltato il modello standard americano, come fu per il western, in virtù di una maggiore attenzione alle pause recitative, alla fotografia e al paesaggio?

Eppure, per quelle due ore in cui aspetti di sapere “come va a finire” il film fila, ma il finale lascia delusi non poco e lo fa ripiombare sotto la sufficienza.

Però il tentativo era interessante e forse, con molte modifiche, vale la pena di ritentarlo.

War Thunder: carri armati e aerei senza spendere un euro!

C’è caldo e Agenore… no… Efestione… no… insomma il dannato anticiclone non ci fa quietare. Per questo, se siete dotati di ventilatore o condizionatore turbodiesel, potreste passare le ore più calde al mare, certo… ma se state in casa, potete giochicchiare qualcosa di bello in maniera gratuita col vostro PC o PS4 o MAC o Linux: queste sono le 4 piattaforme dove giocare a WAR THUNDER!

WT è un MMO, ovvero un gioco multiplayer online dove il giocatore può pilotare aerei e carri armati della Seconda Guerra Mondiale, in maniera assolutamente semplice: potrete infatti scegliere se giocare in maniera arcade con il fuoco assistito, fino al simulatore più realistico. Il gioco, come il suo rivale World of Tanks/Warplanes (che mi è piaciuto meno), prevede due stili: gratuito e a pagamento tramite acquisto di “gettoni” che permettono di sbloccare prima i progressi o di guidare mezzi speciali. Man mano che si gioca infatti, si procede avanti con le “ere”, partendo dal primo dopoguerra per arrivare al periodo della guerra di Corea.

Io finora non ho speso nulla e gioco da qualche mese: sono arrivato a metà delle sei ere previste, giocando circa 10-20 partite (che durano 10-20 minuti circa) a settimana, senza mai avere la voglia di andare “a pagamento”, da bravo genovese :P, e vi assicuro che ci si diverte. Se poi avete un amico potete giocare in plotone assieme a lui, usando anche la comunicazione radio con cuffie e microfono, un po’ come se vi parlaste via Skype, direttamente dal gioco… e funziona molto bene! 🙂

Il fatto di giocare con avversari in carne e ossa aumenta il realismo del gioco. Mi è capitato varie volte di tendere (e cadere in) vere e proprie imboscate usando alberi e rocce come riparo per i carri armati. Ma con gli aerei potete usare le nuvole per il medesimo scopo e scendere in picchiata sul vostro ignaro nemico! In ogni caso, lo stile “caricare a testa bassa” esita quasi sempre nell’esplosione del vostro carro o in un’ala tagliata: occorre un po’ di tattica, ma la curva di apprendimento è davvero rapida e il gioco è divertente già dopo una dozzina di partite.

Tra gli aerei c’è di tutto: volete bombardare Stalingrado? Potete. Volete aerosilurare una nave americana a Iwo Jima? Prego! Preferite massacrare i Messerschmitt con il vostro fiammante Spitfire sui cieli della manica? Certo! E ci sono anche (pochi) velivoli italiani prodotti dalla Fiat o dalla Macchi 🙂
Ma i carri armati non sono da meno: potrete pilotare mezzi tedeschi, russi e americani, che potranno essere cacciacarri, carri leggeri, medi e pesanti o addirittura mezzi contraerei!

Per quanto riguarda la versione PC, la grafica è scalabile e il gioco gira bene anche su sistemi vetusti (fate conto che il mio ha 5-6 anni!). In futuro è previsto anche di giocare navi e sommergibili!

Allora, se volete decollare con un Macchi Folgore o volteggiare col temuto Zero giapponese, sparare con il mastodontico cannone da 88mm di un Panzer Tiger o travolgere tutto su un carro Sherman, questo titolo fa per voi, e il bello è che, con un po’ di pazienza, non c’è da pagare nulla di nulla! 🙂